Qualcosa da condividere...

   Wendell Berry

“ Spesso, al termine di una mia conferenza sul declino dell’agricoltura e della vita rurale in America, qualcuno nel pubblico mi ha chiesto: < Cosa può fare la gente di città? >.

< Mangiare in modo responsabile >…forse le persone pensano il cibo come un prodotto agricolo, ma non pensano se stessi come partecipi dell’agricoltura. Pensano se stessi come consumatori. Se pensano al di là di questo, riconoscono di essere consumatori passivi. Acquistano ciò che vogliono – o ciò che sono state convinte di volere – nei limiti di ciò che possono riuscire a procurarsi. Pagano, quasi sempre senza protestare, il prezzo che viene loro richiesto. E ignorano in larga misura determinate domande cruciali sulla qualità e il costo di ciò che viene loro venduto. Quanto è fresco un prodotto? Quanto è puro o pulito, in che misura è privo di pericolose sostanze chiniche? Da quale distanza è stato trasportato? E quanto ha inciso sul costo la produzione, il confezionamento o la pubblicità?...esiste dunque una politica del cibo che, come qualunque altra politica, ha per oggetto la nostra libertà. ( A volte ) ricordiamo ancora che non possiamo essere liberi se la nostra mente e la nostra voce sono controllate da qualcun altro. Ma abbiamo trascurato di capire che non possiamo essere liberi se ciò che mangiamo e le sue fonti sono sotto il controllo di qualcun altro. La condizione di chi mangia passivamente non è una condizione democratica. Un motivo per nutrirsi in modo responsabile è viveri liberi…. Una parte significativa del piacere di mangiare sta nella precisa consapevolezza della vita e del mondo da cui il cibo proviene. Il piacere del mangiare, dunque può essere il migliore indicatore che abbiamo a disposizione sulla nostra salute. E questo piacere, a mio avviso, è del tutto alla portata del consumatore urbano che voglia fare lo sforzo necessario….”



Le Cuoche in Dispensa

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